martedì 12 agosto 2014

Crociata di Alfano contro i vu' cumprà, tra merci taroccate e sensi di colpa


di Nino Di Sclafani
Non sono un assiduo frequentatore di spiagge; quando, però, ob torto collo, mi tocca condividere questa esperienza con la famigliola, mi intriga molto guardarmi in giro e carpire dagli atteggiamenti e dai comportamenti, caratteri, stili di vita, vizi e virtù, dei frequentatori dei lidi.
Tra tutti gli incontri, quelli che mi hanno particolarmente segnato riguardano i venditori ambulanti extra comunitari che attraversano, carichi delle loro mercanzie, quei luoghi ameni portando tra la gente spensierata ingombranti e pesanti fardelli, metafore della loro condizione di vita. Proprio ieri il ministro dell’Interno Alfano ha annunciato la sua crociata contro questa fastidiosa presenza delle vacanze: “Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu' cumprà”. Il ministero ha pertanto dato disposizioni alle prefetture di intervenire usando come alibi la difesa delle griffe oggetto di contraffazione. Di venditori extra comunitari in spiaggia ne ho conosciuti tanti, mai però mi hanno offerto portafogli Louis Vitton, penne stilografiche Mont Blanc o cronografi Rolex taroccati. La loro mercanzia consiste in cuscini gonfiabili, stuoini, monili, salvagenti e braccioli. Non conosco la loro “insolenza”, si avvicinano discreti offrendo i loro oggetti e basta un cenno di diniego e si allontanano salutando dirigendosi verso altri ombrelloni. Quando, però, sulle spiagge di Altavilla, cedendo alla curiosità, ho chiesto a qualcuno di loro di fermarsi ed accettare un bicchiere di tè freddo o una merendina e li ho stimolati a parlare, sono affiorate storie di stenti, sfruttamento, miseria e mi si è svelata un’umanità sofferente, ma sempre speranzosa, che si sobbarca una quotidianità “infernale” pur di assicurare alle loro famiglie una rimessa che consenta nei paesi d’origine una possibilità di sopravvivenza. Da giugno a settembre la loro esistenza è scandita da ritmi incalzanti. Si svegliano all’alba nei fatiscenti ambienti in cui alloggiano nel centro storico palermitano. Trascinano sino alla Stazione Centrale i loro fagotti e prendono il treno. Scendono alla stazione di Altavilla e caricati sulla testa le loro merci e relativi espositori si fanno a piedi i due chilometri che li separano dalle spiagge. Inizia così l’andirivieni che li vedrà per tutto il giorno sotto il sole con i loro cappelli di paglia fare la spola tra gli ombrelloni con la speranza di concludere qualche vendita e racimolare quella decina di euro di guadagno per se e per la propria famiglia. Quando giunge la sera ricaricano sulla testa i pesanti fardelli e a piedi li vedi muoversi lungo la statale verso la stazione, altri chilometri, altre solitudini ed altre giornate di fatica. In cosa risieda la minaccia portata sulle spiagge da questi “fratelli più piccoli” mi sfugge. Pur ammettendo che in altri lidi o porticati sulle loro bancarelle improvvisate possa ritrovarsi qualche prodotto taroccato dubito che ciò rappresenti un rischio per le prestigiose (e danarose) multinazionali del lusso. Infatti non è certo la mancata disponibilità di una scadente imitazione a spingere il consumatore medio a spendere l’equivalente di uno stipendio in una borsa. Sarebbe opportuno, pertanto, che il ministro Alfano riveda le sue convinzioni, sia dettate dalla buona fede che indotte da opportunità politiche per accattivarsi le simpatie di elettorati xenofobi. Riflettendoci, comunque, mentre te ne stai sdraiato in riva al mare, sotto l’ombrellone, sorseggiando una fresca bevanda e gingillandoti con il tuo nuovo smartphone la vista di questi diseredati un certo fastidio lo causa. Ed il vero nome di questo sentimento è “senso di colpa” che notoriamente tutti cerchiamo di tenere lontano dalla nostracoscienza.