domenica 27 aprile 2014

Noterelle senza pretese sulla Valle del Milicia. Perché?


di Pippo Oddo
Provate a chiedere alle prime cento persone che incontrate casualmente in uno qualsiasi dei comuni citati in queste note se sanno dove si trova la Valle del Milicia.
Sono pronto a scommetterci sopra qualsiasi somma di denaro che nel migliore dei casi a rispondere correttamente non saranno più di dieci. Figurasi poi se la stessa domanda venisse rivolta a gente che non abbia messo mai piede su questo pezzo di Sicilia dimenticata. Il più informato assocerebbe il nome del fiume a quello della sua parte terminale, posta ad ovest dell’abitato di Altavilla Milicia, al confine con il territorio di Casteldaccia, a un tiro di schioppo dello stupendo Capo Zafferano. Ma resterebbe quanto meno allibito sentendo pronunziare la parola “valle”. Sì, perché proprio valle non può chiamarsi la nostra, se per valle s’intende una depressione più o meno ampia e profonda del terreno delimitata da due pendii laterali montuosi. A voler essere pignoli, nel caso della Valle del Milicia si dovrebbe parlare di diverse piccole valli confluenti nello stesso bacino idrografico. Ma fin qui nulla di strano. Ci sono esempi ben più conosciuti che ci fanno sorvolare su questo piccolo dettaglio. Il fatto è che lo stesso fiume Milicia non è stato mai individuato una volta per tutte. Alla voce “Milicia” il Dizionario Enciclopedico della Treccani recita: «Corso d’acqua (25 km; bacino 123 km; 123 kmq) della prov. di Palermo; nasce presso Villafrati e con il nome del fiume dei Bagni riceve le importanti sorgenti termali che sgorgano a N di Cefalà Diana; sbocca nel Tirreno presso Altavilla Milicia, all’estremità O del Golfo di Termini Imerese. Le numerose derivazioni a scopo irriguo contribuiscono a renderne il letto in gran parte asciutto nella stagione estiva». Un’altra fonte autorevole, che peraltro descrive on line l’intero sistema idrografico italiano se la cava con questa annotazione: «Milicia (fiume). Provincia di Palermo. Nasce sul Cozzo Bileo (m 1007), col nome di fiume Mulinazzo. Sfocia nel Golfo di Termini Imerese ad Altavilla Milicia. Lung. km 25. Località: Altavilla Milicia, a 22 km da Palermo sulla SS. 113. Riceve a destra il torrente Sercia». Peccato, però, la cartografia ufficiale dell’Istituto Geografico Militare ci consegna una realtà diversa. È vero, l’affusto principale del misterioso corso d’acqua comincia a formarsi in prossimità del Cozzo Bileo (alto 1005 metri, non 1007) ma in territorio di Cefalà Diana e per giunta è conosciuto come vallone Buffa (che altre fonti indicano come affluente del Milicia). A Nord dell’abitato di Cefalà Diana – al confine con i territori di Villafrati e Marineo – il vallone Buffa (nel quale frattanto sono confluite le acque del torrente Cannizzaro e quelle della sorgente Favarotta) si arricchisce a spese del vallone Cefalà che a sua volta (avendo ricevuto le acque delle terme arabe) prende il nome di Bagni, per assumere subito dopo la denominazione di fiume Mulinazzo che resterà tale nel territorio di Bolognetta e fino alla confluenza del vallone Sercia (Passo Garretta) nei pressi di Altavilla Milicia. Soltanto da qui alla foce non c’è dubbio che si tratti del fiume Milicia. Né ai dubbi ha posto fine il decreto presidenziale 20 settembre 2006, “Approvazione del piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico relativo al bacino idrografico del fiume Milicia e delle aree territoriali intermedie tra il bacino del fiume Milicia ed i bacini dei fiumi San Leonardo ed Eleuterio”. No davvero! Oltre a convalidare le carte tematiche in diverse scale approntate dai tecnici incaricati, quel decreto si limita a individuare in ordine rigorosamente alfabetico i comuni interessati: Altavilla Milicia, Bagheria, Baucina, Bolognetta, Caccamo, Casteldaccia, Cefalà Diana, Marineo, Misilmeri, Santa Flavia, Termini Imerese, Trabia, Ventimiglia di Sicilia, Villafrati, della Provincia regionale di Palermo. È appena il caso di aggiungere che tranne Termini Imerese e Caccamo (che peraltro restano fuori dal bacino del fiume Milicia) tutti gli altri comuni sono di recente fondazione. E già questo fatto offre da solo alcuni spunti per cominciare a domandarsi come e perché in quell’area nell’epoca moderna sono cambiati il paesaggio agrario e la geografia insediativa. Alla necessità di rispondere a questi interrogativi – ma anche e soprattutto al desiderio di approfondire la conoscenza delle proprie radici – corrisponde l’iniziativa di lanciare la rubrica “Noterelle senza pretese sulla Valle del Milicia” volta ad aggiornare nei limiti del possibile l’analisi sulla natura e la cultura di quel territorio a me caro.